Il progetto nasce come gioco per smentire due luoghi comuni: Milano invivibile, dove si va sempre di fretta e il falso mito dell'essere o meno fotogenici. La scelta di Porta Venezia non è stata casuale: ci sono nato ma non l'avevo mai fotografata. E poi rappresenta bene la Milano del traffico, della folla, del parcheggio impossibile che però ha angoli inaspettatamente silenziosi, il verde dei Giardini Pubblici.
Con la lentezza che serve per capire una città, scoprirne gli angoli nascosti, ci siamo divertiti a creare delle scene tra gli sguardi attoniti di chi ci passava accanto correndo.
Un po' alla volta anche l'improvvisata modella è entrata in sintonia con la città e di pari passo con l'obiettivo. Ha cambiato, almeno in parte, la sua opinione su Milano e sulla fotogenia.
(Grazie Anna)